“La musica deve elevare l’anima al di sopra di se stessa, deve farla librare al di sopra del suo soggetto e creare una regione dove, libera da ogni affanno, possa rifugiarsi senza ostacoli nel puro sentimento di se stessa”. (F. Hegel)Concentrazione. Quando la musica ha bisogno di ogni tuo battito.Crepuscoli e riflessioni musicali durante un concerto: quel momento in cui i suoni viaggiano attraverso e sopra di noi e apparteniamo tutti alla stessa pulsazione…Raccogliendo l’applauso di un magnifico pubblico in un magnifico posto, il Teatro Sociale di Cittadella. Accanto a me Daniela Toniolo, Presidente del CRUT – “Villa Rina”, che mi ha commosso e onorato con la sua presentazione. Una serata davvero memorabile.Concerto al Teatro Sociale di Cittadella. Open FlyA 7Gold per parlare con Alessandra Mercanzin di musica e del mio prossimo concerto.Uno scatto durante la lezione concerto al Conservatorio-Università di Betlemme quando partecipai, come rappresentante per la musica, alla Missione di Pace organizzata dalla Tavola della Pace e dal Ministero degli Esteri italianoRaccogliendo emozionato gli applausi del pubblico presente dentro e fuori la sala Rubens del Musée des Beaux-Arts di Valenciennes, in Francia. Da notare la tela sullo sfondo, grande quasi quanto la parete: quando si dice “sovrastati dall’arte”… Ascolta… la senti? La musica! Io la sento dappertutto: nel vento, nell’aria, nella luce… è intorno a noi, non bisogna fare altro che aprire il cuore, non bisogna fare altro che ascoltare, cogliere i suoni e i colori. Ciò che si è perso per strada è l’ascolto vero, la disponibilità e il piacere dell’emozione musicale. Luciano BassoSempre emozionante incontrare il proprio pubblico, oltre che un’esperienza dalla quale si impara regolarmente qualcosa di nuovo, su di sé e sulla propria musica. Qui al termine del concerto per la rassegna “Ferragosto e dintorni”, nel chiostro di palazzo Fulcis, a Belluno.Una composizione di immagini che disegna parte del cammino dietro all’album FreeFly: cuori e mani sintonizzati sul #pentagramma, volti concentrati, gioia incontenibile nell’ascolto del risultato finale. Un lavoro di puro artigianato eseguito da tre musicisti e un ingegnere del suono. La musica vera, quella che piace a me. Silvia Dal Paos Francesco Zanetto.I fantasmi del mondo di ieri tornano ad aggirarsi anche nella #musica, i compositori abbandonano le vie del futuro per legare il presente al passato; il passato non ritorna ma sollecita la riflessione … (“Le Penseur”, Venezia)Penna alla mano, pronto a catturare le note che risiedono nell’Iperuranio musicale … se Platone mi permette questo accostamento. D’altronde non c’è immagine che renda meglio per un compositore: qualcuno che è sempre alla ricerca del contatto con un mondo superiore dal quale attingere le idee.Altri scorci di #registrazione: un momento che impegna tutti i sensi, che deve essere la “fotografia” precisa non solo della partitura ma del significato che ogni singola nota ha in quella data composizione. Io la vivo così e nei miei dischi dono e ritrovo me stesso. Lo strumento musicale va vissuto come un’estensione di se stessi, bisogna perdersi in esso … e in esso ritrovarsi: non è una questione di tecnica, ma di cuore, perché dovrà parlare la sua stessa lingua.
Gli anni 90
Ritratto per il retro copertina del CD “Notturni” (1997 foto di Balù)Allo Studio 3 della Rai di Milano, live in diretta all’interno del programma condotto da Mario Luzzatto Fegiz. Esperienza bellissima, così come le parole del critico del Corriere della Sera che descrisse la mia musica “quadri e colori della modernità”.Ai tempi di “Azygos quartet”, un progetto con una sua identità precisa, forte, e per me una nuova prova dal punto di vista compositivo: lo step precedente al ritorno al pianoforte solo, il viaggio nel quale sono attualmente impegnato, ma anche qualcosa che ha rappresentato uno stimolo inventivo particolare e che mi porto ancora dentro.Suonare dal vivo negli studi della #Rai durante una diretta radio è una di quelle esperienze che non si dimenticano.Sul palco dell’Auditorium Liszt di Budapest, provando per il concerto della sera del tour di Notturni. Non ha la grana delle foto “native digitali” ma si può sentire già da qui il calore della musica. Ricordi sempre vivi.
Gli anni 80
Suonare dal vivo negli studi della #Rai durante una diretta radio è una di quelle esperienze che non si dimenticano.‘esecuzione degli otto Preludi per pianoforte op. 14 al Teatro Comunale di Carbonia, durante la tournée in Sardegna per presentare l’album “ARC-EN-CIEL”. I chiaroscuri e i contrasti di colore della foto sembrano una sorta di “raffigurazione cromatica” della musica che stavo suonando, una sintesi fra istinto e ricerca accademica.e c’è una cosa che non è mai cambiata nel corso degli anni è l’abitudine di chiudere gli occhi mentre suono: una sorta di connessione profonda col mondo delle note, una dimensione che diventa quasi luogo fisico. E ogni volta non vedo l’ora di tornarci.
Gli anni 70
Con l’Alban Quintet durante la registrazione di “Frammenti Tonali” presso lo Studio A della Ariston a San Giuliano Milanese.Con il geniale ingegnere del suono Lino Castriotta e quattro componenti dell’Alban Quintet negli studi di registrazione dell’Ariston.Qui al ParcoLambro di Milano, dietro le quinte del Festival di ReNudo. Erano gli anni della controcultura e di grandi ideali, ma anche di profondi dissidi. Ciò che resta davvero di quei raduni, però, è la musica. E non mi sembra poco.Registrando VociPeccato per le macchie d’inchiostro. O forse no. È vero, con la tecnologia digitale oggi non accadrebbe, ma ci chiediamo ancora se sappiamo vivere davvero le cose e attribuire loro un valore che vada oltre il semplice accumulo? Io amo le imperfezioni, amo l’analogico, amo ciò che porta con sé un’anima. Tenetela sempre d’occhio, e fate attenzione a non perderla.Intervistato sul palco poco prima dell’esibizione, durante un importante festival negli anni Settanta. Era il periodo di Voci.In concerto nel 1975. I musicisti che mi accompagnavano erano tutti inglesi, con curricula di grande prestigio. Un bianco e nero che per me resta pieno di colori, come la musica di Voci e i ricordi, tutt’altro che sbiaditi. Quella farfalla sulla mia maglia sembra creare un ponte con Butterfly di Open (AMS Records) e con il mio presente musicale. Non un cerchio che si chiude, ma un viaggio che continua…Altre prospettive del concerto per pianoforte e percussioni a Villa Giovannelli: eppure, anche se l’immagine è in bianco e nero, la composizione che stavamo eseguendo suona ancora “futuro” oggi.Lo sguardo nella musica: soundcheck prima di un grande concerto sulla spiaggia di Riccione, durante i miei “anni rock”. In fondo, è così che mi sento ancora oggi: il rock è soprattutto un atteggiamento, più che un’estetica precisa.Durante il tour di Voci, ebbi l’occasione di suonare alle Terme di Caracalla accanto a gruppi come Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi e Area. Era il 1977.Flyer di un concerto per la presentazione di “Voci” al Picchio RossoUna delle immagini scattate per la copertina del LP Voci